Replying to "Rose Blu" - VivArte Agenzia Matrimoniale - Episodio 1

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  1. Posted 18/11/2016, 09:06
    non vedo l'ora di leggere il seguito. Guai a voi se mi dite chi è.
  2. Posted 17/11/2016, 16:40
    VivArte, progetto teatrale o agenzia matrioniale?
    Questa è una domanda che a VivArte ci facciamo un po' tutti, viste le numerose relazioni nate (alcune ci hanno solo provato), cresciute e morte all'interno del Progetto. Oggi una persona, interna al Progetto, ci ha contattato chiedendoci di poter scrivere una serie di articoli su alcune di queste relazioni, e la risposta è stata si. Quindi godetevi la (non) storia della Meteorologa e del nostro Capitano Giacomo Uncino con un piccolo cameo del nostro membro più abbronzato. Intitolato "Rose Blu".

    Era il suo ambiente di caccia, quella compagnia teatrale di artisti fuori di senno. Dapprima l’abbronzatissimo Toro Seduto, poi il perfido Capitano Giacomo Uncino.
    Era solo in cerca di affetto, molto. Era...era sola, ma il teatro l’avrebbe cambiata in meglio. Forse.
    Il capo indiano era vedovo, con una figlia adolescente e un intero clan a carico. Poco tempo dunque per pensare a lei, la Meteorologa. L’auspicio era che arrivasse un bel tempo per tutti, pieno di amore. Ma una volta ammaliato Toro Seduto, e dopo averlo costretto a trattarla da vera signora, non si era accontentata. A lei piacevano uomini con responsabilità, uomini con la divisa.
    Quindi quale divisa è migliore nell’Isola che non c’è se non quella di pirata, e non uno qualunque.
    Sicuramente il “buon” capitano non era poi una persona così tanto a modo, uccideva, torturava e derubava i vascelli che gli capitavano a portata di cannone. Questa volta però a ricevere una vera e propria cannonata era stato lui, sarebbe cambiato bruscamente il vento che soffiava sulle sue vele.
    Quell’uomo con l’uncino sicuramente aveva nella propria cabina ingenti tesori che aveva depredato e guadagnato nelle sue imprese, ma che non erano niente comparati all’amore di una donna. Proprio per essa era disposto a spenderli tutti, per apparire un vero gentil uomo. Non badò a spese infatti presentandosi da lei con un mazzo di rose blu, pagate un occhio della testa o meglio dire… una mano !!
    Fiori di una dannata bellezza che non servirono al proprio scopo poiché la donzella si faceva desiderare. Sapendo che il Capitano non avrebbe desistito, chiese che ogni giorno gli portasse un’altra rosa, ancora, ancora e poi ancora. I giorni si susseguivano e le rose appassivano, si spegnevano, al contrario dell’ardore di Uncino che era disposto a rinunciare anche all’altra mano. E lui piangeva di fronte alle rose rifiutate e bruciate ogni giorno. O così diceva lei almeno.
    Ma il fuoco di quell’amore era su una nave in mezzo al mare tempestoso e non poteva non spegnersi.
    Almeno così pensa la sua ciurma !! Ma si sbagliava…

    L'autore desidera rimanere anonimo per paura delle reazioni del Capitano
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