Replying to Intervista a Mattia Velluti

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  1. Posted 29/12/2016, 19:36
    Salve a tutti! Il Progetto VivArte ha intervistato un ragazzo omosessuale membro del Progetto stesso, che si è dichiarato disponibile a scambiare qualche parola riguardo la sua situazione e non solo. Buona lettura!
    (“D” sta per Domanda e “R” per Risposta.)

    D: Ciao! Grazie per aver accettato di essere intervistato dal Progetto VivArte. Per cominciare diresti a beneficio dei nostri lettori come ti chiami e che classe frequenti del Liceo Cartesio?

    R: Mi chiamo Mattia Velluti, e frequento la classe seconda G del Cartesio.

    D: Sei quindi nato nel 2001. Partiamo subito con una delle questioni chiave di questa intervista: come e quanti anni ti reso pienamente conto di essere omosessuale?

    R: Da sempre ho avuto attrazione verso ragazzi del mio stesso sesso. Sono sempre stato una persona molto profonda, che non dà per scontato nulla e riesce a dare importanza ad ogni minimo aspetto della sua vita, e a volte anche di quella degli altri. Fin da bambino riuscivo a sentire che il mio fisico, la mia mente, fossero molto più propense a farsi piacere il fisico o la mente di un bambino, piuttosto che quella di una bambina. Anzi, con le bambine passavo molto più tempo, perché avevo molte più interesse nei loro discorsi. Tutt'oggi ho molte più amicizie femminili che maschili, semplicemente perché riesco a relazionarmi meglio e a condividere più passioni/emozioni etc. Perciò non c'è stato un momento vero e proprio, ma la certezza forse l'ho avuta in seconda media, quando ho cominciato ad avere a che fare con un ragazzo etero. Era molto morboso con me e subito abbiamo iniziato una strana amicizia. Lui si sedeva sulle mie gambe e mi diceva cose dolci; in quel momento è come se qualcosa dentro di me si fosse mosso, ed è stata l'ultima e decisiva certezza.

    D: Quando hai preso consapevolezza della cosa dunque, come l'hai vissuta nei confronti di te stesso? L'hai vista da subito come una cosa naturale o inizialmente hai convissuto con te stesso con un po' di difficoltà?

    R: Quando ho preso consapevolezza della cosa, sono nate in me molte battaglie. Partendo dal presupposto che ne vengo da una famiglia non del tutto aperta a questo tipo di discorsi, e la cosa mi sembrava abbastanza innaturale. Mi chiedevo il perché, sia toccato proprio a me quest'angoscia, questo pensiero in testa che giornalmente, come di norma, mi si scaraventava addosso come un mare in burrasca. La vedevo più come un tormento, che come la mia natura.

    D: Hai citato la tua famiglia ed è un argomento che di certo approfondiremo in seguito, ma prima, tu quando sei riuscito ad accettare te stesso? E come?

    R: I miei amici sono stati la spinta verso l'accettazione di tutto questo. Mi hanno fatto capire semplicemente che la vera natura è l'amore e non quelle fandonie che si sentono dire sui sessi e la loro combinazione segreta. Come se fossero i sessi la chiave per arrivare all'amore.

    D: I tuoi amici dunque ti sono stati di grande supporto, quando hai fatto outing con loro, e come hanno reagito? I tuoi genitori invece, a quanti anni hai rivelato loro la tua inclinazione sessuale, ed è stato difficile?

    R: Con i miei amici non ci sono stati molti problemi. Anzi, mi sono trovato abbastanza bene e li ringrazio per questo, e per avermi accettato fin dall'inizio. Con i miei genitori invece ci sono stati molti problemi, e ancora ce ne sono anche se le cose sono molto migliorate. Ho rivelato loro la mia inclinazione sessuale l'anno scorso. Eravamo in chiesa, quando improvvisamente scoppiai in lacrime, semplicemente perché mi sentivo un male, quando in realtà sono tutt'altro. Una volta tornati a casa, mi rinchiusi in cameretta e mia madre non se ne andò, finché non l'ha scoperto, alla fine, da sola, facendomi un paio di domande. Inizialmente non l'ha presa molto bene, ed avendo i genitori separati non l'ha saputo subito mio padre. Mi dissero che avrebbero accettato me in quanto loro figlio, ma non un'ipotetica relazione con un altro ragazzo. Pian piano, con il tempo, siamo riusciti ad abbattere almeno questo muro, ed ora accettano in pieno la mia attuale relazione con un bellissimo ragazzo che entrambi conoscono. Anche se non la condividono, ma mi accontento dell'accettazione.

    D: Per quanto riguarda quanti non sono né amici né parenti invece, come è andata? Nell'era moderna di certo il mondo non lo è a livello di mentalità. Sei mai stato preso in giro o vittima di bullismo?

    R: Di vero e proprio bullismo pesante no, ma fin da piccolo sono stato vittima di molte prese in giro da parte di ragazzi, che sinceramente reputo poverini, e cercavano in ogni modo di deridermi e screditare la persona che ero, anche escludendomi dai loro giochi e prendendosi gioco di me. Tuttora non sono sparite, anche facendo una semplice passeggiata per il paese a volte dei ragazzi si permettono di sparare giudizi e prese per il culo sottovoce, pensando che io fossi stupido e non sentissi.

    D: Vista la tua giovane età, non c'è mai stato nessuno che ha detto che tu facessi solo "finta" di essere gay per attirare l'attenzione o solo perché "giovane e confuso"? Anche perché negli ultimi tempi, con i giovani che cercano disperatamente di "distinguersi" a volte con risultati bizzarri, ti è mai capitato di incontrare fisicamente o virtualmente alcuni che si atteggiassero, sia maschi che femmine, come omosessuali senza poi esserlo davvero?

    R: Provo un profondo fastidio per chi usa la scusa dell'omosessualità come se fosse un motivo per cui distinguersi dalla "massa", e poi magari vanno cercando l'uguaglianza. Mi è capitato, e mi capita di incontrare persone del genere, e la prima cosa che gli chiedo è "Ne sei proprio sicuro?", a volte ricevo la risposta che mi aspettavo, altre volte, da persone più mature, un "ci penso" che apprezzo molto di più. Mi infastidisce anche perché alla fine, chi davvero sente questa cosa, potrebbe passare per il solito alternativo alla ricerca di attenzioni agli occhi della gente che non ti conosce realmente.

    D: Prima hai detto di avere una relazione, da quanto e come hai conosciuto il tuo ragazzo? Com'è stata la scoperta della tua sessualità con lui? Anche perché, vista la tua consapevolezza fin dalla giovane età, suppongo tu non abbia mai avuto relazioni fisiche con ragazze.

    R: L'ho conosciuto in uno di quegli stupidi gruppi su Facebook che si creano al fine di divertire, di poter condividere ogni stronzata che più ti piace senza dover rendere conto alla tua famiglia o impedimenti esterni. Mi commentò una stupida foto che condivisi dalla noia, un anno fa, e da lì abbiamo cominciato a parlare. Da subito ho notato che c'era qualcosa in lui che mi interessava, dunque abbiamo continuato fino al nostro primo incontro, esattamente il 24 marzo del 2016. Il giorno dopo mi ha chiesto di essere il suo fidanzato. Ero emozionatissimo, anche perché lo desideravo ardentemente anch'io. Attualmente ci vediamo più o meno una volta al mese, ed è stata l'ennesima conferma di quello che pensavo, forse quella che mi ha definitivamente messo l'anima in pace facendomi dire "Sì, okay, sono questo." grazie alla scoperta della sessualità insieme a lui, che tutti i giovani sperimentano.

    D: Hai dunque una situazione stabile ora più o meno, se si può dire così. Dopo aver discusso della tua situazione, come vedi quella degli omosessuali maschi e femmine nel mondo e nella loro lotta per dei diritti uguali agli etero? Cosa riserba secondo te il futuro?

    R: Sono molto a favore delle varie lotte che molti omosessuali hanno il coraggio di fare, senza paura di mostrarsi al mondo intero per quello che sono. Ma penso anche che alcuni facciano il gravissimo errore di scendere in piazza con vestiti abbastanza indecenti come se fosse una sfilata di carnevale o un night club, perché per una cosa seria si lotta seriamente. E se mai mi capitasse in futuro di far parte ad una sfilata simile, mi arrabbierei molto da parte di omosessuali seri, che cercano seriamente di avere una vita normale come tutti gli altri senza doversi sentire corpi estranei per il mondo. Detto ciò, ho in serbo ancora tanta speranza per l'umanità, e mi aspetto grandi cambiamenti per il futuro. Secondo me il futuro riserva giornate in cui ognuno potrà sentirsi libero di passeggiare tenendo stretta la mano della persona che ama senza doversi sentire in soggezione da qualcuno.

    D: Potremmo dire dunque che gli omosessuali, anzi diciamo tutte le persone LGTB, a volte come nelle manifestazioni sopracitati, calchino quasi la mano della diversità in uno strano ragionamento che appare come "siamo diversi da voi ma vogliamo gli stessi diritti" quando in realtà dovrebbe essere "siamo uguali a voi quindi abbiamo i vostri stessi diritti"?

    R: Sì, esattamente, o almeno io la penso in questo modo.

    D: Non pensi, inoltre, che alcuni etero siano eccessivamente "gay friendly", nel senso che nel loro supportare i diritti di quanti solo LGTB sembrano quasi categorizzarli a loro volta, come se fossero una specie animale a rischio mentre sono "solo" persone

    R: Molte volte mi sento un animale per come alcune persone mi trattano. Della serie "Che bello vorrei tantissimo un amico gay" e mi guardano, sclerando perché bisognosi di questo fantomatico amico gay come se fosse un animale da compagnia che vai a comprare al negozio; quando sono una semplice persona come tutti quanti e non ho nulla in più o in meno a nessuno.

    D: Quest'anno a scuola sei entrato nel Progetto VivArte, come mai? E soprattutto, lì come ti trattano? Come una persona o come un gay?

    R: Sono entrato nel VivArte, un po' perché ho amici che mi hanno in qualche modo invitato a venire. Ma il motivo principale è molto più profondo. Sono sempre stato una persona abbastanza introversa e molte volte mi trovo in difficoltà a mostrare le mie emozioni, quello che sento, ed il VivArte mi è sembrata una buona e valida piattaforma capace di farmi sfoggiare tranquillamente tutto quello che provo senza aver paura. Lì mi trovo benissimo, ho già fatto molte conoscenze e non mi trattano assolutamente come se avessi l'etichetta del gay attaccata in qualche parte del corpo, ma come una persona, quello che sono.

    D: Per terminare questa intervista, c'è qualcosa che vorresti dire ai lettori, LGTB e etero che leggeranno questa intervista?

    R: Non è una bella cosa camminare per le strade del tuo paese e sentirsi dire cose orrende per cui non spreco neanche tanto tempo. Perciò, ai lettori che magari si sono lasciati sfuggire un po' la mano su questa cosa, chiedo di rifletterci su e chiedersi se ne vale davvero la pena abbassarsi ad un tale livello. Io ho ancora molta fiducia nell'essere umano nonostante quello che si sente in giro, spero con tutto me stesso che un giorno ognuno potrà sentirsi libero di amare, perché l'amore rende liberi, l'amore è la vera chiave della felicità, perché quando si ama si è felici, e non si bada alla cattiveria della gente. Quando si ama per un attimo l'orgoglio se ne va e resti soltanto tu, davanti uno specchio della tua anima, puro e lavato da tutto il male ricevuto nel tempo. Quando si ama non ci sono più i confini degli occhi e del giudizio della gente, anche se purtroppo ci sono persone che ancora pagano l'amore col sangue. É molto triste come storia, anche perché l'amore è la cosa più bella che c'è nel mondo ed è gratis, per tutti. Non esiste metodo di pagamento, nasce e basta, spontanea come una margherita. Io mi batterò per questo. Molti parlano di "privilegio" per gli omosessuali, non sapendo che si tratta di diritto, di uguaglianza, di essere sullo stesso piano, né più, né meno. Detto ciò, ringrazio di cuore i miei amici vivartiani e ringrazio doppiamente gli amici che mi hanno spinto nell'arena dove cercherò finalmente di mettere tutto me stesso e giocare al meglio. Ringrazio il VivArte per questa bellissima intervista che è stata molto di mio gradimento e ringrazio te, Gianmarco, per l'impegno e la costanza che ci metti affinché dopo tanta fatica possa nascere un bel dipinto, attraverso pennellate di vario colore e stile, grazie di cuore.

    Intervista realizzata da Gianmarco Mazzola



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