1. Intervista a Edith Baroni e Marzio Pallini, attori di "Alice in Nightmareland"

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    Il Progetto VivArte si avvicina alla fine dell’anno scolastico e, come da tradizione, con lo spettacolo alle porte sono stati intervistati due degli attori principali di quest’anno ossia Edith Baroni e Marzio Pallini, rispettivamente Alice, la protagonista di “Alice in Nightmareland”, e lo Stregatto, sua guida (e non solo) nel viaggio che li aspetta.
    (“D” sta per Domanda e “R” per Risposta.)

    Cominciamo con Edith.

    D: Lo spettacolo “Alice in Nightmareland” è sempre più vicino e per la prima volta avrai un ruolo di assoluto primo piano, come ti senti all’idea di andare in scena?

    R: Emozionata, felice. Emozionata e felice. È la prima volta che faccio una cosa simile e che mi espongo così tanto; ho scoperto una passione che avevo silenziato per tanto tempo. Non vedo l’ora di dimostrare quello che posso fare e far vedere quanto è bello questo spettacolo.

    D: Dimostrare cosa, e a chi?

    R: Dimostrare che credendo alle mie passioni sono riuscita ad arrivare fino a qui e fare i progressi che ho fatto. E voglio dimostrarlo a tutti; a chi non ha mai creduto in me, a chi ha rinunciato a crederci e, da un’altra prospettiva, dimostrare a chi ha creduto davvero in me che alla fine sono qui.

    D: Ci sono state molte candidate ai provini per il tuo ruolo, secondo te la regia ha fatto bene a scegliere te? E se sì, perché?

    R: Sì è vero, c’erano molte ragazze. Secondo me il confronto era con due di loro in particolare, anche se non ci speravo proprio di essere la favorita. Penso di essere stata una buona scelta, perché ho dato il massimo di me, tutto quello che avevo e ho ancora molto altro da dare, oltre a, credo, essere abbastanza adatta per il personaggio della sceneggiatura.

    D: Adatta al personaggio in che senso?

    R: L’ho detto anche al provino, mi sento molto affine ad Alice, anche se lei riesce ad essere persino più pesante di me (e ce ne vuole). Siamo entrambe curiose e un po’ confuse; alla ricerca di tutto e di niente, ma con tante cose da poter donare alle persone care. Testarde, assillanti e sincere, allo stesso modo.

    D: VivArte però non è solo teatro, hai intenzione di provare a fare altro gli anni futuri a scuola o nella neonata associazione culturale?

    R: Beh, sicuramente tra gli altri ambiti di VivArte il più vicino a me oltre il teatro è la musica, che amo e in cui, con i miei limiti, posso dare un contributo. Ma anche il giornalino è interessantissimo, amo scrivere.

    D: Questo è il tuo primo anno a VivArte, è riuscito a smuovere qualcosa dentro te il Progetto? E come ha contribuito a cambiare la tua vita?

    R: In realtà sono tante le cose che mi hanno cambiato, sì… cambiato la vita. Ho incontrato una delle persone attualmente più importanti per me. Ho riscoperto un sogno che voglio portare avanti. Ho imparato ad essere un po’ meno la Edith costruita, ho ritrovato m...

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    Last Post by Blog Vivarte il 25 May 2017
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  2. "Belli de zia" - L'angolo della Professoressa Serangeli

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    serangeli
    By Blog Vivarte il 27 Oct. 2016
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    Ciao a tutti. Immaginate che, oltre al saluto, vi giunga uno di quei miei baci appiccicosi.
    Sull’onda entusiastica del restyling e revamping del nostro Blog, anche a questa vecchia carcassa viene voglia di partecipare.
    Quello che vi propongo, in realtà, è quello che faccio, parallelamente al mio lavoro, da quando ho iniziato ad insegnare. Ascoltarvi. E rispondervi, in questo spazio che per ora (in attesa di proposte magari più decenti) possiamo chiamare “Belli de zia”.
    Non che una come me, che fa parte di un mondo antico, giurassico, abbia da dire molto a voi, frecce splendenti nel firmamento dell’avvenire.
    E’ che quando hai una preoccupazione, un problema, una pena, legati alla famiglia, agli amici, alla scuola, ai sentimenti; anzi, quando se ne associano più di uno nello stesso periodo, a volte non basta parlare col fratello, la sorella, vicino del banco o con l’amico di sempre. Ad averceli, in certi casi.
    Un parere che viene da uno spazio-tempo lontano quanto alpha centauri può spingerti a riformulare i termini di quel problema. E non hai l’obbligo di far finta che abbia necessariamente senso, come quando il consiglio o il parere arriva da mamma o papà. Puoi farti ascoltare, ascoltare a tua volta, e lasciar pascolare quelle parole dentro di te per il tempo che occorre. Anche decidere che sono una massa di fandonie.
    Io non mi offendo quasi mai. Vi aspetto.

    Vanessa Serangeli

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